LA TERAPIA
Il trattamento della MVC si basa sulle modifiche dello stile di vita, sull’utilizzo di calze elastiche a compressione graduata (elastocompressione), sull’assunzione di integratori e/o farmaci (per bocca e/o per uso locale -topico-), e quando necessario, su uno dei possibili interventi di rimozione della vena malata.
Le modifiche dello stile di vita, l’elastocompressione e la terapia terapia conservativa non sono trattamenti alternativi tra di loro o alla terapia di rimozione della vena, ma rappresentano un unico trattamento che, agendo su meccanismi diversi, può migliorare i disturbi a livello delle gambe e prevenire la comparsa delle complicanze più serie della malattia.

CORREZIONE DELLE ABITUDINI DI VITA
Il primo ed imprescindibile trattamento, efficace sia nella prevenzione sia nella lotta contro la MVC, è la correzione di stili di vita sbagliati.
Con semplici accorgimenti quali:
- fare attività fisica regolare: ad esempio 30-45 minuti consecutivi di camminata, nuoto o ginnastica in acqua, ed almeno 3-4 volte la settimana
- interrompere l’immobilità con ricorrenti movimenti del piede e delle gambe, in coloro che svolgono un lavoro sedentario o che devono stare molte ore in piedi
- controllare il peso corporeo con una dieta equilibrata
- non fumare
- correggere eventuali problemi a livello dell’ appoggio plantare o di postura
- evitare di indossare scarpe troppo basse o troppe alte, stivali stretti al polpaccio o indumenti troppo stretti che comprimano le gambe o l’addome
possiamo aiutare le nostre gambe ad essere in salute e ridurre il rischio di evoluzione della malattia.
Le calze elastiche esercitano una compressione esterna sulle vene, favorendo la riduzione delle dimensioni delle vene e facendo avvicinare i lembi valvolari, in modo da facilitare lo scorrimento del sangue nella direzione corretta, ovvero dal basso (gambe) verso l’alto (cuore).
Le calze elastiche sono a compressione graduata, in quanto esercitano una pressione diversa nei diversi punti della gamba (maggiore a livello della caviglia e gradualmente decrescente verso la coscia).
Sono quindi efficaci nel ridurre sia i sintomi clinici sia l’edema. La calza elastica ha un ruolo importante anche sulla prevenzione della progressione della MVC ed è quindi un presidio indispensabile anche dopo la rimozione delle vene malate, per prevenire la comparsa di eventuali recidive (ovvero comparsa di nuove vene malate).
Il grado di compressione delle calze, espresso in mmHg (millimetri di mercurio), il modello (gambaletto, a coscia, monocollant, collant), la lunghezza (lunga e corta in base alla statura), ed il materiale di cui è costituita la calza devono essere scelti dal medico in base allo stadio della malattia ed alla conformazione anatomica dell’arto inferiore.
Il modello di calza deve essere prescritto dopo aver misurato la lunghezza dell’arto e preso le misure in tre punti
(caviglia, sotto il ginocchio e coscia)
Classe di elatocompressione | mmHg |
I KL | 18-21 |
II KL | 23-32 |
III KL | 34-46 |
IV KL | >49 |
Le calze possono essere differenziate in:
- calze di sostegno, definite preventive, esercitano pressioni fino a 18 mmHg alla caviglia e possono essere utilizzate in presenza di fattori di rischio della malattia o di sintomatologia lieve (CEAP 0s-1), anche in assenza di segni della malattia, per dare sollievo alle gambe e ridurre i sintomi.
- calze terapeutiche: esercitano pressioni fino a 49 mmHg alla caviglia; generalmente il grado di compressione da utilizzare aumenta con l’aumentare della gravità dello stadio della malattia.
La terapia medica ha lo scopo di alleviare i sintomi e i segni clinici della malattia.
Se la calza elastica agisce sui fattori emodinamici alla base della malattia (ovvero facilita il flusso del sangue venoso nella corretta direzione verso il cuore), la terapia medica ha il compito di interferire sui meccanismi di infiammazione che causano l’indebolimento della parete delle vene e delle valvole.
Oggi sono disponibili sul mercato numerosi integratori alimentari e farmaci in grado di alleviare le manifestazioni cliniche della malattia.
Numerose sono le sostanze presenti in natura, utilizzabili da sole o meglio in associazioni precostituite, che possono aiutare la salute delle gambe; oltre ai flavonoidi (diosmina, esperidina), l’ippocastano (aesculus hippocastanum), la centella asiatica (frazione triterpenica), la bromelina (ananas comosus), l’amamelide (hamamelis virginiana), la vite (vitis vinifera) e il meliloto (melilotus officinalis), possono essere di ausilio nel migliorare i sintomi clinici e l’edema. Tuttavia, poche sono le evidenze scientifiche che dimostrino la loro efficacia clinica, anche perchè sono stati condotti pochi studi scientifici.
Tra i numerosi farmaci disponibili, la frazione flavonoide purificata e micronizzata (costituita da diosmina 450 mg e esperidina 50 mg), utilizzabile in tutti gli stadi della malattia, e le miscele di glucosaminoglicani (quali il mesoglicano o il sulodexide), quest’ultime utilizzabili negli stadi più avanzati della malattia), sono quelli che hanno maggiori dati di efficacia clinica, in quanto agiscono sulle alterazioni emodinamiche e funzionali alla base della malattia.
La terapia a livello locale (gel, pomate, creme ed emulsioni) può dare “sollievo” alle gambe, ma non cura la malattia.
Chiedi al tuo medico: solo il medico può scegliere il trattamento più utile tra i numerosi prodotti in commercio, in base alle caratteristiche della malattia e del paziente.
Vuoi saperne di più?
Leggi la sessione “vivere con la malattia venosa : le calze elastiche” e troverai tanti consigli utili su come indossare e lavare le calze elastiche.
La terapia ablativa ha lo scopo di rimuovere (ablazione) la vena malata, con trattamenti più o meno invasivi, a seconda della procedura utilizzata.
Le varie opzioni possibili sono:
Tecniche Chirurgiche
1. Ablative
-
- lungo con asportazione della safena dall’inguine (giunzione o crosse tra safena e vena femorale comune) fino al malleolo
- corto dall’inguine fino al terzo superiore di gamba.Stripping della vena safena (grande o piccola safena), consiste nello “sfilare per mezzo di uno strumento, chiamato stripper, attraverso due o più incisioni (tagli) sulla pelle, la vena safena, dopo averla disconnessa dalla sua connessione con le vene del circolo profondo.
Vi sono due tipi di stripping:
La procedura richiede il ricovero ospedaliero (Day Hospital o One Day Surgery) e un’anestesia loco-regionale.
- Crossectomia consiste nella disconnessione e legatura della vena safena alla confluenza con le vene del circolo venoso profondo. Si abbina quasi sempre allo stripping. La procedura può essere effettuata in regime ambulatoriale e richiede un’anestesia loco-regionale.
- Flebectomia consiste nella rimozione di una o più vene dilatate (varici) delle gambe attraverso piccole incisioni (tagli) della pelle, che generalmente non vengono chiuse con punti di sutura, ma semplicemente con particolari cerotti adesivi. La procedura può essere effettuata in regime ambulatoriale e richiede un’anestesia loco-regionale.
2. Conservative
CHIVA e tecnica della valvuloplastica consiste nel mantenere la safena dopo aver corretto la direzione del flusso di sangue.
La tecnica CHIVA che significa cura “Conservativa Emodinamica dell’insufficienza Venosa Ambulatoriale” consiste nel mantenere la safena (conservativa), creando delle legature mirate a livello della safena e/o di vene tributarie, al fine di ripristinare il corretto flusso del sangue venoso nella safena verso il cuore (emodinamica), mediante una procedura eseguibile in anestesia locale e di breve durata (ambulatoriale).
Trattamenti endovascolari
I trattamenti endovascolari possono essere suddivisi in due gruppi in relazione o meno all’utilizzo di calore (energia termica) per ottenere la chiusura della vena malata. Si distinguono, quindi, trattamenti:
- di tipo TERMICO
Utilizzano il calore rilasciato all’interno della vena (quindi endovascolare) mediante uno dei seguenti strumenti:
- fibra ottica (definita laserterapia endovenosa; da non confondere con la laserterapia effettuata attraverso la cute definita transdermica)
- catetere per radiofrequenza (definita radiofrequenza)
- catetere di piccole dimensioni che rilascia acqua riscaldata sotto forma di vapore (definita sclerosi venosa a vapore)
- di tipo NON TERMICO
L’ablazione della vena malata avviene grazie all’impiego di sostanze chimiche, colle adesive o mediante la combinazione di un danno meccanico e l’impiego di terapia sclerosante. Possono essere distinti in:
- Scleroterapia: eseguita generalmente sotto guida ecografica, consiste nella iniezione di un agente irritante sclerosante (sotto forma di liquido o schiuma) attraverso un catetere o un ago (in relazione alle dimensioni della vena), che, provocando uno stimolo infiammatorio all’interno della stessa, ne determina la chiusura ed il successivo riassorbimento. La procedura può essere effettuata in regime ambulatoriale.
- Ablazione meccano-chimica: eseguita mediante l’impiego contemporaneo di un filo rotante inserito all’interno della vena malata e il contemporaneo rilascio di un liquido sclerosante “spruzzato” direttamente sulla parete venosa, pre-danneggiata meccanicamente dal filo rotante.
- Trattamento con colla adesiva: eseguito mediante l’inserimento con un catetere di una colla (per esempio cianoacrilato) all’interno della vena bersaglio con conseguente chiusura della stessa.
La chiusura (ablazione) della vena malata mediante trattamento endovascolare, indipendentemente dalla tecnica usata, può essere effettuata in regime ambulatoriale e può richiedere l’uso di anestesia locale o loco-regionale.
E’ importante comprendere che non esiste “a priori” il trattamento ablativo “migliore”. Il trattamento migliore per un determinato paziente deve essere scelto in relazione alla situazione anatomica della vena malata (diametro, decorso, etc), alle caratteristiche cliniche dell’individuo che ne è affetto ed, anche, alle richieste dello stesso.
Vuoi saperne di più? Leggi la sessione “VIVERE CON LA MALATTIA VENOSA CRONICA” o il “DECALOGO PER MIGLIORARE LA SALUTE DELLE GAMBE“.